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LA MIGLIORE OFFERTA
(Italia, 2013) di Giuseppe Tornatore |
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Esperto d'arte e quotato battitore d'aste, Virgil Oldman è un eccentrico e raffinato signore di mezza età che pranza in ristoranti esclusivi, organizza il proprio lavoro con precisione maniacale, toccando ogni oggetto con guanti e fazzoletti per prevenire problemi d'igiene.
Nel caveau del lussuoso appartamento in cui vive, arredato con preziosi cimeli, Virgil custodisce una collezione di ritratti femminili dal valore inestimabile, raccolti nell'arco di un'intera vita con la preziosa collaborazione dell'amico Billy, incaricato di aggiudicarsi le opere all'asta a una cifra irrisoria, per poi rivenderle a Virgil al doppio del prezzo d'acquisto.
Almeno una volta al giorno, Virgil si rifugia nella stanza nascosta a contemplare la misteriosa bellezza di quei ritratti, quasi a voler colmare il vuoto affettivo di una vita consacrata all'arte.
A sconvolgere la routine dell'anziano esperto d'arte, cui basta un'occhiata per distinguere un falso dal vero, irrompe un'altra misteriosa figura femminile, questa volta in carne ed ossa, malgrado non gli si mostri mai e si nasconda dietro a insistenti telefonate
in cui lo supplica di occuparsi personalmente di valutare gli arredi della villa appartenuta ai genitori ormai deceduti. L'atteggiamento di ritrosia incostante della ragazza in un primo tempo indispone Virgil, ma finisce per incuriosirlo e affascinarlo, trascinandolo in una vorticosa attrazione fatale.
che suppone appartengano a un antichissimo automa costruito da Jacques de Vaucanson, inventore meccanico francese del XVIII secolo, creatore dei primi grandi congegni automatici. A ogni frammento rinvenuto, Virgil confida a Robert un nuovo dettaglio sull'incontro con la misteriosa ereditiera - nascosta da anni in una stanza della villa, proprio come i preziosi dipinti di Virgil - che a poco a poco gli si svela al di là della porta che separa i loro fugaci incontri.
Claire gli confida di essersi rinchiusa nella sua stanza da ben dodici anni essendo affetta da agorafobia, disturbo che le impedisce di frequentare spazi aperti e affollati. I singoli frammenti dell'ingranaggio diventano emblematiche tessere di un puzzle che si compone a poco a poco, parallelamente alla ricostruzione dell'automa.
Come per quasi tutti i suoi lavori (Da Nuovo Cinema Paradiso, passando per La Leggenda del Pianista sull'oceano, fino a La Sconosciuta) Tornatore mette in scena il dramma di figure umane solitarie, serrate in un guscio di autodifesa. L'incontro tra due anime in apparenza rinchiuse in se stesse genera un pathos incontenibile, che sfocia in un colpo di scena comunque scioccante benché abbastanza prevedibile.
Vero e falso, inganno e seduzione, presente e passato s'intersecano nell'arte e nella realtà, nella forma pirandelliana che imprigiona Virgil e nella vita che vorrebbe vivere.
con piccola produzione e pochi personaggi, in una struttura intimista in cui la macchina da presa si avverte a malapena, la regia concentrata su inquadrature fisse. Anche l'offerta menzionata nel titolo ha doppia valenza, intesa come proposta al rialzo nelle aste antiquarie ma anche come alto prezzo da pagare nel perverso ingranaggio della vita.
si pone quale metafora dell'ordine matematico, contrapposto al caos in cui sprofonda lentamente ma inesorabilmente la vita di Virgil.
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©® Annalisa Ghigo
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