VICKY CRISTINA BARCELONA
(Spagna/U.S.A. 2008)
di Woody Allen
Rebecca Hall
Scarlett Johansson
Javier Bardem
Penélope Cruz
Chris Messina
Patricia Clarkson
Kevin Dunn
Vicky
Cristina
Juan Antonio
Maria Elena
Doug
Judy Nash
Mark Nash


Sereno Variabile

Nella sua quarta digressione europea dopo il trittico britannico, zio Woody torna a spiare l’universo femminile (ma questa volta dal buco della serratura) dipingendo un leggero e ardito affresco dall’impianto circolare sull’odissea amorosa di una coppia di amiche americane in trasferta estiva in Spagna: alla perenne ricerca di nuove emozioni Cristina, fragile e sensuale insoddisfatta assetata di esperienze nel tormentato anelito ad un amore con la ‘A’ maiuscola che sappia travolgerla appagando i sensi; studiosa concreta e razionale Vicky, che all’indagine su un amore passionale antepone l’esplorazione di usi, gusti e costumi locali nella prospettiva imminente di matrimonio con un manager rampante dell’alta borghesia americana, con cui è in costante contatto telefonico. Nel tranquillo soggiorno presso la lussuosa villa di una lontana zia di Vicky irrompe quale fulmine a ciel sereno un fascinoso pittore incontrato casualmente ad una mostra d’arte, Juan Antonio, che si rivela subito e senza mezzi termini provocante e sfrontato tombeur de femmes. Juan le invita con estrema naturalezza a trascorrere un week-end di fuoco a Oviedo, ove il tranquillo ménage à deux si evolve e muta in triangoli amorosi intercambiabili, in mezzo a cui Juan Antonio si destreggia con sensuale nonchalance in un sottile e pericoloso gioco di seduzione. Senza eccessivi sforzi, Juan Antonio infrange ogni barriera sessuale ed emozionale, dando libero sfogo a pulsioni represse o malcelate. Il bagaglio culturale che le due ragazze si trascinano dietro più o meno inconsapevolmente come fardello inibitorio (ingombrante ma velocemente scaricabile) collide con una realtà tanto lontana dalla loro e palpitante di passioni anche contraddittorie, generando situazioni variegate a tratti davvero esilaranti, ma più spesso delineando due universi (quello americano e quello latino) troppo rigidamente contrapposti e stereotipati, a loro volta imprigionati in pregiudizi arcaici. La parentesi spagnola sembra racchiudere un mondo a sé stante, violento, grezzo, sanguigno, ingenuamente naïf, che assume connotati idilliaci spinti alle estreme conseguenze e più spesso enfatizzati in un impianto illusorio e utopistico.

Il fragile equilibrio di giochi erotici intrecciati si riflette nella psiche instabile dell’ex moglie di Juan Antonio, che irrompe senza preavviso nell’intimità amorosa di Juan con isteriche scenate di gelosia ed imprevedibili sbalzi d’umore ma che tuttavia tiene in pugno l’ex amante, consapevole del fatto che entrambi non possano fare a meno l’uno dell’altra nell’eterno contraddittorio ‘gioco’ dell’amore: gioco crudele ed egoistico che manda in frantumi non soltanto valori e certezze, ma anche e forse soprattutto illusioni, speranze e sentimenti. Gioco pericoloso da cui le due amiche usciranno distrutte: Vicky con la sola certezza di non amare più lo sposo da sempre desiderato e Cristina approdata a lidi di smarrimento interiore più devastanti di prima. E con la sgradevole sensazione (trasmessa anche a chi osserva le penose traversie delle co-protagoniste) che la felicità risieda unicamente nel fuoco immediato e transitorio della passione, mentre la stabilità affettiva debba necessariamente essere foriera di rassegnata noia. Schema forzato poco verosimile e non privo di fastidiosi preconcetti che davvero non ci si aspetterebbe da un autore di rango come Allen.

Zio Woody parrebbe anche suggerire all’altra metà del cielo che - ogni qualvolta ci troviamo di fronte all’oggetto tanto agognato dei nostri desideri - ne rifuggiamo impaurite, perdendo quell’attimo prezioso che vale una vita. Messaggio d’indubbio spessore, che tuttavia mal si concilia con il tornaconto tutto capitalistico e molto poco romantico connesso al sostanzioso finanziamento alle riprese stanziato dal comune di Barcellona, cui Allen in ultima analisi (e a dispetto dell’eccellente cast) pare aver svenduto un lungometraggio a tratti più simile a un reportage fotografico per turisti che a una delicata commedia sui palpiti dell’interiorità virata al femminile.

©® Annalisa
Venerdì 31 ottobre 2008
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